COMMENTO DEL PROF. FRANCESCO RENDA ALLA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "DA ERACLEA MINOA A CATTOLICA"
PROF. FRANCESCO RENDA
Del libro di Lorenzo Gurreri Da Minoa Eraclea a Cattolica vorrei dire che l’ho letto tutto d’un fiato traendone la conclusione di avere appreso sul nostro paese tutto quanto c’era nel mio desiderio da conoscere e da vedere condensato in una sintesi esposta con la precisione e la chiarezza necessaria.
Non siamo più come eravamo nel secolo scorso quando cominciai a interessarmi di storia e fra le prime storie che volevo conoscere c’era quella del mio paese natale. Dico mio ma sarebbe meglio che dicessi nostro. Conoscere la storia del nostro paese natale era uno dei compiti più impegnativi che desideravo adempiere. Ma le difficoltà che mi si pararono davanti furono enormi. Allora non c’era la biblioteca. Non esisteva un archivio storico comunale. Quello medioevale era andato distrutto nella rivolta del 1820. Quello moderno si poteva considerare inesistente. Le carte municipali erano ammucchiate in una stanza e sarebbe stato impossibile farne oggetto di ricerca. Sarebbe stato come cercare un ago in una montagna di paglia.
Quanto alla memoria storica per quanto io ne possa ancora ricordare o per quanto allora mi fu dato di conoscere era solo disponibile il libro di Raimondo Falci, del quale riuscii a procurarmene copia: mi si disse che esisteva pure una storia manoscritta del giudice Castronovo, che però non fui in condizione di leggere; c’era pure l’archivio storico della Chiesa Matrice, ma lo si poteva considerare del tutto impraticabile; nondimeno un anziano signore che soleva assiduamente frequentare la sacrestia della stessa Matrice mi fece conoscere gli appunti che aveva più o meno approntato riguardo l’origine del paese.
Quello stato impeditivo venne poi superato quando potei consultare presso l’Archivio di Stato di Palermo i riveli di Cattolica a partire dal primo effettuato nel 1616. Le conoscenze si accrebbero quando mi fu assai cortesemente consentito di consultare l’archivio storico della Chiesa Matrice. Finalmente delle origini storiche di Cattolica era possibile conoscere alcuni dati precisi. meno la licentia populandi concessa al barone di Siculiana e che fu trovata da mio figlio Marcello mentre preparava la sua tesi di laurea in architettura sullo stato originario del comune di Cattolica.
Tutto questo ho creduto di premettere per rilevare il gran salto in avanti che si è fatto nel campo culturale e nel campo storico e per mettere in giusto rilievo il valore del nuovo libro di Lorenzo Gurreri. Non si tratta di una opera prima e spero che altri libri Gurreri ci dia il piacere di leggere.
Sia da me estranea ogni presunzione se dico che di Lorenzo Gurreri conosco tutte le sue opere e che questa ultima da Eraclea Minoa a Cattolica mi è parsa la più completa. Di Cattolica ora è possibile conoscere tutto, il passato preistorico sicano, il passato antico greco, e l’abbondanza dei siti archeologici fanno del nostro paese un centro di interesse paesaggistico e turistico meritevole di maggiore attenzione. Io non sono più nella possibilità di dare il mio contributo personale. Spero tuttavia che l’amministrazione comunale, la provincia e la sopraintendenza diano a questa ricchezza straordinaria il rilievo che meritano. Il fiume Platani in questo senso è il luogo ideale lungo il quale rappresentare attraverso i siti individuati la testimonianza storica della presenza nel territorio di numerosi popoli antichi. Mi soffermo in particolare su questo tema dei siti preistorici, cui Gurreri dedica ben 25 pagine del suo libro, perché dalla loro valorizzazione Cattolica può cavarne vantaggio di immagine e ove se ne avesse il proposito – la spiaggia di Minoa ne darebbe l’occasione - anche di sviluppo turistico. Il turismo a Cattolica non è stato mai di moda. Ma se un giorno lo diventasse, il paese ne sarebbe trasformato.
Il libro di Gurreri ha però il pregio di volere celebrare il 400° anniversario della fondazione di Cattolica, e quindi la sua esposizione è fondamentalmente dedicata a illustrare la società cattolicese dalla origine seicentesca ai nostri giorni. Nuova sorpresa è da considerare il capitolo sui siti archeologici del feudo. È una originale descrizione del territorio. Il Platani in questo senso scelto nel 1814 come termine confinario tra Cattolica e Ribera è rimasto definitivo, il che implica che molti feudi, oggi non più tali, pur facendo parte dell’economia agricola paesana, si trovano parte in territorio di Ribera, parte in territorio di Cianciana. Analoga situazione si ha riguardo ai confini coi comuni confinari Agrigento, Siculiana e Raffadali.
Segue quindi la fase storica vera e propria cioè la narrazione dei fatti dalla fondazione del 1610 ai nostri giorni. Gurreri la racconta lunga la storia della fondazione e finalmente siamo in grado di saperne di più sulla baronia di Siculiana da cui trasse origine il proposito di dar vita a un centro abitato chiedendo ed ottenendo dal re la cosiddetta licentia populandi. I riveli giustamente acquistano la dovuta evidenza, e Gurreri si sofferma in particolare su quelli del 1616, del 1714 e del 1811. Abolita la feudalità, Cattolica vive la sua esistenza come comune agricolo a cultura granaria generica e a cultura specializzata di mandorli e di ulivi, un comune contadino dunque, il quale tuttavia si segnala sul piano storico politico col socialista Riggio e col socio-riformista Enrico La Loggia, e sul piano sociale con le rivolte del 1820 e del 1947. A Gurreri ho espresso già a voce la mia viva soddisfazione. La rinnovo di nuovo anche adesso Il suo è un bel libro, fa conoscere di Cattolica molte cose che prima non si conoscevano. Ma poiché la conoscenza è infinita, e la vita sociale e religiosa di Cattolica non è priva di inediti problemi, auguro che l’interesse storico cresca in paese soprattutto da parte dei giovani. I giovani certamente narreranno le cose in modo diverso dal come le ha narrate la mia generazione.
Francesco Renda
Palermo 12 novembre 2010