INTERVISTE AI PROTAGONISTI DELLA NOSTRA STORIA
INTERVISTA
AL SINDACO NOTAIO ANTONINO MARSALA
Nato a Cattolica Eraclea il 10
maggio 1914, sindaco nel 1945-46 e dal 1949 al 1952, residente in Cattolica
Eraclea in via Collegio n.62.
Cattolica Eraclea, lì 13 dicembre
1992.
Domanda:- In quali periodi ha
amministrato il Comune di Cattolica?
Risposta:- In due periodi
diversi: il primo per pochi mesi nel 1945-46, per nomina prefettizia, su
designazione del Comitato di liberazione; il secondo dal 1949 al 1952. Ero
stato eletto consigliere in una lista maggioritaria della D.C. che mi ha
designato alla guida dell’amministrazione. Sono rimasto in carica per più di
tre anni.
Domanda:- Qual è stato il
problema più difficoltoso che ha dovuto affrontare?
Risposta:- Quello idrico.
L’approvvigionamento era affidato fino al 1948 a poche fontanelle pubbliche,
ubicate in punti diversi dell’abitato e alimentate da una rete interna
fatiscente, alla cui manutenzione provvedeva una sola persona, certo signor
Giuseppe Colagrosso, collaborato talvolta dai netturbini comunali. Nel 1948 io
personalmente e in contrasto con la quasi totalità del mio gruppo, sono
riuscito a stipulare un contratto con l’E.A.S., cui ho affidato la gestione
delle acque potabili. Ho rischiato l’impopolarità, giacché mi si accusava di
vendere le acque all’E.A.S., che probabilmente ci avrebbe assetati. Sta di
fatto, però, che dopo qualche giorno, meno comunque di una settimana,
l’afflusso dell’acqua alle fontanelle pubbliche cominciò a migliorare
notevolmente, per la rettifica di alcuni tronchi della rete, che dopo circa un
anno venne interamente rifatta e questo comune fu il solo della provincia ad
erogare l’acqua potabile 24 ore su 24.
Domanda:- Oltre a questo, cosa è
riuscito a realizzare nel periodo in cui ha guidato l’amministrazione comunale?
Risposta:- Sono riuscito a
normalizzare l’attività interna degli uffici, a portare in pareggio reale la
situazione economica, senza che mai più mancassero ai dipendenti comunali le retribuzioni,
e ciò con l’equa applicazione delle imposte e tasse, allora di competenza
dell’amministrazione locale, a sistemare la viabilità interna col rifacimento
di molte vie, che erano in condizione trazzerale,
a migliorare notevolmente il servizio sanitario, specialmente l’assistenza ai
poveri, mancando allora l’assistenza generale a carico dello Stato, qual è
oggi. Quel che più conta oggi è che il Consiglio Comunale e la Giunta
lavoravano a pieno ritmo.
Domanda:- Qual è l’opera che
avrebbe voluto realizzare? Perché non è riuscito a portarla a termine?
Risposta:- L’affidamento a ditta
privata della nettezza urbana. Non abbiamo fatto in tempo perché nell’agosto del 1950, per protesta a causa di
una tassa da me ritenuta ingiusta, ho rassegnato le dimissioni e con me si è
dimesso l’intero Consiglio, cioè la maggioranza di questo.
Domanda:- Nell’ultimo ventennio
le amministrazioni comunali sono durate poco, per quale motivo?
Risposta:- Perché gli
amministratori hanno curato soltanto interessi personali.
Domanda:- Uno dei mali che
affligge il nostro paese è l’emigrazione, secondo lei cosa occorre fare per
fermarla?
Risposta:- L’emigrazione verso il
Nord America,Canada in particolare, si è arrestata. Tale emigrazione è quella
che ha depauperato la comunità, perché si è trattato di espatrio permanente di
interi nuclei familiari, che hanno alienato tutti i beni e hanno trasferito in
America braccia lavorative e i ricavi delle vendite. L’emigrazione verso la
Germania con carattere temporaneo, che ancora continua e non conviene
scoraggiare, ha portato benessere.
Domanda:- Il “2000” è dietro
l’angolo, quali prospettive si possono ipotizzare per la nostra comunità?
Risposta:- È difficile ipotizzare
sul “2000” . Tutto dipende dalla situazione economica nazionale, in atto
disastrosa.
Domanda:- La disoccupazione
giovanile dilaga, cosa consiglia ai giovani? Qual è la strada per immettersi
nel mondo del lavoro?
Risposta:- È difficile dare
consigli ai giovani, perché difficilmente li accettano. Sono nati e cresciuti
in periodi di grande ricchezza e non sono disposti ad alcuna rinunzia, né
gradiscono tanto il lavoro. L’aspirazione dei più è il possedere automobili
lussuose, da comprare con i risparmi dei vecchi genitori e mantenerle nello
stesso modo. Il lavoro dei campi che è tanto odiato e che è oggi ben
rimunerato, è il modo più facile per inserirsi nel mondo del lavoro.
Domanda:- Se oggi fosse a capo
dell’amministrazione cosa cercherebbe di realizzare?
Risposta:- Lavoro e posti di
lavoro.
Domanda:- Cosa significa fare
politica? Un buon amministratore cosa deve fare?
Risposta:- Far politica significa
interessarsi dei problemi della collettività. Il buon amministratore deve
amministrare con solerzia, con intelligenza e principalmente con onestà,
curando la cosa pubblica come propria, senza dilapidare il patrimonio dell’ente
amministrato, che appartiene alla collettività.