L’EMIGRANTE E L’AMORE

 

 

Il professor Esposito salì sul treno che da Roma portava a Palermo. Ritornava nella terra in cui aveva insegnato filosofia per tanti anni, prima di trasferirsi al Nord. Un tempo aveva considerato la Sicilia la terra del male, ma dopo le esperienze avute in altre parti d'Italia, si era ricreduto. In fondo al tunnel intravedeva una piccola fiammella. Non tutto era male in Sicilia! C'era anche un po' di bene che stentava a mettersi in luce. Cercò il suo scompartimento n.18, in parte occupato da due uomini: un anziano e un giovane. Salutò cordialmente e si accomodò al posto n.4 che aveva prenotato prima della partenza. Non aveva tanta voglia di parlare, prese un libro e si mise a leggere.

I due viaggiatori, dopo un minuto di osservazione ed esame dello sconosciuto compagno di viaggio, continuarono la loro conversazione.

-Pepé, non vedo l'ora di arrivare in paese – disse l'uomo anziano.

-Ziu Sa', io ci vado solo per i miei vecchi. Se non fosse per loro, non ci andrei. È da due anni che non ci torno.

-Male! Tu sei giovane e non senti la nostalgia di rivedere i luoghi dove sei nato e hai vissuto la tua giovinezza. Non l’hai una fidanzata che ti aspetta?

-No, tre anni fa l’avevo, poi ci siamo lasciati.

-Come mai?

- Lei non voleva venire a vivere in Germania e io senza una donna vicino non ci sapevo stare e abbiamo deciso di lasciarci. Ognuno per la sua strada!

- Voi giovani siete tutti gli stessi. Non avete la testa a posto e non sentite il bisogno di un amore sincero, né la nostalgia del paese natio. Io, dopo che è morta mia moglie, pur non avendoci quasi più nessuno, ogni anno sento il bisogno di tornare. Credimi, lo faccio con piacere e credo di far bene! Rivedo gli amici e trascorro con loro magnifiche giornate, discutendo e giocando a cinquecento.

-Ziu Sa', io nun sacciu chiddru ca è beni o mali! Io preferisco jucari a scupa in Germania, è un'altra cosa! In Germania mi trovo benissimo e non ho alcun rimpianto per gli amici di una volta. Li ho dimenticati quasi tutti! A Ludwigshafen la gente è precisa, le strade sono pulite e ci sono tanti locali per andare a ballare e incontrare belle ragazze che … non so se mi spiego! Accompagnò le parole facendo un gesto con la mano inserendo il pollice tra l’indice e il medio.

-Ricordati: donne e buoi dei paesi tuoi! Non ti fidare mai delle tedesche! Di solito, ti allargano le gambe, ti spremono come un limone e ti buttano nell’immondizia. In Germania c'è solo una cosa buona: il lavoro! I tedeschi ci sopportano perché siamo utili per fare andare bene le loro fabbriche. In trenta anni ho fatto, o meglio, mi hanno fatto fare i lavori più umili. Mi hanno sempre sfruttato e comandato a bacchetta! M'hannu trattatu comu 'u sceccu do jssaru!

-I tedeschi sono persone civili, ordinati e giusti. Ci danno il lavoro e anche le loro donne! E che femmine! Che cosa possiamo volere di più? Io li ammiro sono civili e moderni.

-Tu si amminchiatu cu li fimmini! I tedeschi civili? Dimentichi quello che hanno fatto agli ebrei?

-Perché cosa hanno fatto?

-L'ira di Dio! Hanno cercato di sterminarli, mandandoli nei forni crematori. Se questa può chiamarsi civiltà o senso della legge, io non lo so! Questo è il male assoluto! Mali nivuru comu la pici!

-Ma questo avveniva durante la guerra e gli italiani fascisti erano d’accordo. Mussolini ha approvato personalmente le leggi razziali!Oggi i tedeschi sono diversi. Sono cambiati, sono diventati democratici e hanno condannato il nazismo.

-Ricordati che 'u lupu perdi 'u pilu e no lu viziu!

Il professore non riusciva a concentrarsi sulla lettura e seguiva tutta la discussione con gli occhi a pampineddra. Non aveva alcun desiderio di intervenire, ma nella discussione ci fu tirato per i capelli.

-Signore, mi scusi lei è siciliano? chiese il giovane, rivolgendosi al  professore, che rispose con imbarazzo.

- No, sono napoletano di nascita. Comunque conosco bene la Sicilia per averci lavorato tanti anni.

- Allora ci può capire. Secondo me il popolo tedesco è migliore del siciliano, mentre lo zio Rosario dice di no. Ho ragione io o lui?

Il professore dopo un attimo di riflessione disse:

- Avete entrambi ragione.

- Com'è possibile? Affermiamo due cose diverse e opposte!

- Tutto dipende dal punto di vista da cui si parte. Se si considera dal punto di vista storico, assolutamente no. Se si tiene conto solo del fatto che gli italiani in Germania oggi hanno trovato lavoro e stabilità economica, sì. Non è facile distinguere tra il bene e il male, a volte, come nel caso vostro, si confondono.

- Lei mi vuol prendere in giro. Non è possibile che abbiamo entrambi ragione.

- Ascolta e rifletti. La vita e la morte sono due cose opposte e spesso sono considerate rispettivamente la prima il bene e l’altra il male, ma non sempre è così. Finché si gode di ottima salute, la vita è un bene e la morte ci appare come una condanna terribile che nessuno vuole. Quando si è sofferenti nel corpo e nell’anima, tutto ci appare diverso: la vita si trasforma in una sofferenza insopportabile e la morte ci appare come la liberazione di tutti i mali. Quest’esempio dovrebbe bastarti per capire il mio punto di vista: tutto è relativo alla persona, all’ambiente e alla condizione in cui si vive!

Nessuno dei due rimase soddisfatto della risposta e restarono ognuno con la propria opinione e tanta confusione in testa.

Il treno continuò a correre. Suonò il telefonino del giovane. Giuseppe lo prese, si accorse che a chiamare era la madre, si alzò, uscì nel corridoio e rispose alla chiamata.

-Pronto mamma, sono ancora sul treno, fra quattro ore sarò a casa.

-Ciao, beddru me, ti aspittamo. Ti vulia diri ca cc’è anchi Carmela ca t’aspetta.

-Carmela? E pirchì?

-Dici ca ti voli sempri beni ed è disposta a venirisinni cu tia in Germania. ‘Un ti fa piaciri?

Giuseppe non sapeva cosa rispondere. Pur volendo ancora bene a Carmela, considerava chiusa la loro storia.

-Va bene mamma, quando arrivo ne parliamo.

Rientrò nello scompartimento visibilmente, a dir poco, un po’ scombussolato. Lo zio Rosario se ne accorse e con atteggiamento premuroso chiese:

-Pepè chi succedi?Brutti notizii?

-No, anzi boni, ma nun sacciu ca fari.

-Che succede?

-Carmela, la mia ex fidanzata, mi vuol parlare. Dice che è disposta a venire in Germania ed io non so cosa fare.

-Carmela ti vuole bene. Sposala e lascia stare le tedesche!

-Non è facile. Devo pensarci su.

-Ma tu le vuoi ancora bene a Carmela?

-Certo, ma non riesco a dimenticare che è stata lei a lasciarmi e mi ha molto deluso. Io la volevo sposare e portarla con me in Germania, ma …

-Ascolta i consigli di tua madre, dimentica il passato e pensa solo al futuro.

Il professore voleva intervenire, ma non sapeva cosa dire. La lotta tra il bene e il male si proponeva anche in quell’occasione.

Giuseppe meditò in silenzio sulla scelta da fare. Il sorriso gli comparve sulle labbra. Pensò che forse lo zio Saro aveva ragione. Avrebbe ascoltato il consiglio della mamma. Carmela era la donna che aveva sempre desiderato, ma gli avrebbe fatto dimenticare le tedesche?

Il treno continuò a correre e fischiare. Come sarebbe finita la storia di Giuseppe?

                                               EPILOGO

Giuseppe giunse a casa …

 

Lascio una pagina in bianco e invito il lettore a immaginare e scrivere la fine di questa storia.

 

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